E’ la risposta -cruciale- che si attendeva dalle grandi religioni, rimaste troppo a lungo in silenzio di fronte alla Pandemia. Una preghiera “insieme”. Questo è il fatto immensamente importante, perché anche nell’unico precedente, nella preghiera multireligiosa per la pace ad Assisi, il 27 ottobre 1986, le diverse religioni pregarono separatamente i loro diversi Dio.
Grazie alla Pandemia, si produce il secondo importante passo avanti verso l’obiettivo di un “atto liturgico” davvero comune tra i membri delle diverse religioni verso l’unico Dio, che abbia per tema la celebrazione dell’unica Famiglia universale dei viventi. Questa è la celebrazione, pienamente interreligiosa, che ci aspettiamo, e che farebbe fare al dialogo tra le religioni il vero atto comune, che strutturerebbe i loro rapporti reciproci in modo irreversibile.
Ma questo rimane profezia. Sebbene rimanga ugualmente di estrema importanza questa Giornata comune di preghiera, digiuno e carità vissuta spiritualmente insieme, come ha proposto l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, che , dopo la Dichiarazione islamo-cattolica di Doha, riunisce rappresentanti dell’ebraismo, del cristianesimo e dell’islamismo.
Si prega insieme , con le immagini della propria cultura e delle proprie tradizioni -ha detto con parole ispirate papa Francesco stamane durante la messa in Santa Marta- lo stesso Dio, perché ci aiuti a combattere questa pandemia virale e al tempo stesso tutte le altre pandemie: quella dimenticata della fame (che in questi primi quattro mesi dell’anno ha già fatto quasi quattro milioni di morti); e quella delle guerre, della violenza e delle miserabili condizioni di vita che continuano ad alimentare il calvario dei migranti, anch’esso dimenticato, ma che non finirà con la fine di questa Pandemia.
Preziosa la preghiera del papa profeta, perché ci ha ricordato che non basta enumerare verbalmente queste diverse pandemie, ma che si deve soprattutto riconoscere che esse sono direttamente e indirettamente collegate tra loro. Unite dall’unica causa scatenante, quel “Paradigma Tecnocratico” che presiede nello stesso tempo sia alla rapina della Terra e al gravissimo cambiamento climatico che all’impoverimento di masse crescenti di persone (pari ai due terzi dell’umanità). Da questa diabolica miscela, o, se volete, da questo Male è direttamente scaturito il contagio del coronavirus, come hanno riconosciuto gli scienziati e gli intellettuali più illuminati. Ma, più in generale, tutte le pandemie da questo principio prendono le mosse: sia la grave pandemia educativa sia quella spaventosa dell’economia, che sotto le gigantesche distruzioni economico-sociali nasconde il fuoco di probabili e devastanti rivolte, e di una possibile reazione autoritaria da parte dei Governi.
Una parola, infine, sulla preghiera per chiedere a Dio di eliminare la Pandemia ( questa e le altre). Qui c’è da dire, ancora una volta, che si tratta di una preghiera sbagliata a un Dio sbagliato. Chiedetelo alle decine di milioni di schiavi neri ammassati nelle galere che li portavano in America, o alle vittime della Shoah e di tutte le pulizie etniche e dei genocidi. Anche i Papi hanno dovuto ammettere che in qualche modo Dio era “assente”. E lo era, ma solo nel senso che Dio non opera in questo modo nel mondo, non è cioè il Grande Burattinaio che muove i fili della nostra vita da marionette. Non lo farebbe mai, Lui che ci ha creati liberi e a sua immagine e somiglianza. Dio certamente opera, il Padre è presente nei nostri drammi, ma lo fa da Sommo Bene che sostiene, ispira e promuove le nostre azioni di bene e di giustizia. In una parola, dobbiamo noi risolvere con azioni di giustizia e di bene il Male che abbiamo creato, diventando noi stessi preghiera, e promuovendo un radicale cambio di atteggiamento verso la Natura e verso i popoli poveri. Questo è il nostro specifico compito, e in questo il Dio, che è con noi, ci sostiene con la sua Potenza d’Amore. Dobbiamo pregare Dio tutti insieme, appartenenti a qualsiasi religione e anche a nessuna di esse, perché ispiri e supporti la nostra non più dilazionabile conversione a un umanesimo integrale e cosmico.